Preghiera rivolta al Padre
Giovedì XI Settimana del Tempo Ordinario
Sir 48,1-4 Sal 96 Mt 6,7-15
L’unica preghiera che il Signore Gesù ha detto di recitare nel cammino della vita e di fede è rivolta non a Lui, ma al Padre. Una preghiera per vivere in modo autentico e semplice da figli. Solitamente ogni padre indica al figlio le chiavi della vita, da un indirizzo perché ci sia una sapienza, da delle raccomandazioni. A volte queste chiavi, consigli possono essere non sempre buoni perché i padri terreni hanno per forza di cose una visione della vita limitata.
La raccomandazione del Padre eterno, invece, sono un vero faro per non smarrirsi nella notte del nostro umano peregrinare. Il primo invito del Padre nostro è quello di non rimanere pagani nel cuore: “Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di essere ascoltati a forza di parole”. Allora la parola chiave della preghiera è fiducia ed è per questo che possiamo chiamare Dio come Padre, perché è profondamente interessato alla nostra vita e sa di quali cose abbiamo bisogno prima ancora che glielo chiediamo. E noi ci fidiamo di questo! A pregare s’impara pregando, stando cioè nella relazione per comprendere lo stile dell’Altro e poterlo vedere e così gioire quando si manifesta.
Ti preghiamo, Padre Nostro!
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 597]
Dietro consiglio del vescovo della città, uomo molto pio che non riteneva giusto utilizzare per usi sacri denaro di male acquisto, l’uomo di Dio restituì al padre la somma, che voleva spendere per il restauro della chiesa. E davanti a molti che si erano lì riuniti e in ascolto: «D’ora in poi, esclamò, potrò dire liberamente: Padre nostro, che sei nei cieli, non padre Pietro di Bernardone. Ecco, non solo gli restituisco il denaro, ma gli rendo pure tutte le vesti. Così, andrò nudo incontro al Signore». O anima nobile di un uomo, al quale ormai basta solo Cristo!
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