Cascasse il mondo!
Sabato V Settimana di Pasqua
At 16,1-10 Sal 99 Gv 15,18-21
Quando Giovanni parla di “mondo”, intende sempre quella supponenza e superbia dell’uomo che si oppone a Dio e al bene. Quando prevale in noi la superbia, è perché abbiamo di noi stessi un’immagine molto alta e, in fondo, siamo convinti di essere migliori degli altri. La verità è che siamo tutti piccoli e fragili. Sant’Ignazio, a proposito di questo, parla di “due città”, una dominata dal male e l’altra dal bene. Nella prima si esalta la ricchezza, l’orgoglio, la superbia. La seconda è invece la città bella ed umile dove il Signore Gesù propone ai suoi la povertà di spirito. Queste due città sono dentro di noi, dialogano e lottano. L’onore, certo, ci attrae e ci lusinga. Ma – dice Ignazio – lo fa con reti e catene, cioè con l’inganno che ci lega e invischia. Il mondo infatti ama ciò che è suo, dice Gesù. La città umile invece, ci muove alla verità di noi stessi. E qual è la verità? Che Dio è nostro Padre e nostro Creatore, e noi siamo figli infinitamente amati e fratelli tra noi.
Signore, fa che non abbassi mai la guardia nella lotta contro il mio orgoglio. Donami la forza dell’umiltà.
Da Sacrum Commercium [FF 2025]
Correte con amore nella corsa che vi sta davanti. Correte nella pazienza, a voi necessaria più di ogni altra virtù, perché dopo aver fatto la volontà di Dio possiate raggiungere la promessa. Dio infatti ha la potenza di portare a termine facilmente con la sua santa grazia le cose da voi intraprese e che superano le vostre forze, perché egli è fedele nelle sue promesse.
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