La Parola che fa vedere
Mercoledì VI Settimana Tempo Ordinario
Gc 1,19-27 Sal 14 Mc 8,22-26
L’apostolo Giacomo, nella sua lettera, ci suggerisce una strada per la felicità: accogliere con docilità la Parola. Come fare? Attraverso tre atteggiamenti: ascolto, ricordo e concretezza. L’ascolto ha bisogno di uno spazio accogliente dentro di noi, un cuore libero e pacificato. Poi il ricordo: non un pensiero vago, ma un’azione interiore decisa, consapevole, a volte coraggiosa. La stessa che la Vergine Maria ha custodito, meditando nel suo cuore tutto ciò che Dio ha fatto con lei. È lo Spirito stesso che ri-corda in noi, cioè suscita e porta nel cuore la Parola, riconoscendo l’azione del Signore che è vicino. E infine la concretezza: Gesù opera gesti concreti con il cieco, e lui si fida. Docilmente si lascia prendere per mano, si lascia condurre fuori dal villaggio, si lascia toccare. Gesù non gli dà consigli “spirituali”, ma gli indica scelte concrete e precise. Così è per noi: il Vangelo di ogni giorno è molto concreto. Posso accoglierlo come ascoltatore smemorato oppure come uno che lo mette in pratica.
Signore, noi siamo felici solo nell’incontro con Te. Donaci l’umiltà di riconoscerci ciechi e lasciarci condurre docilmente dalla tua Parola.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 216]
Ascoltate, miei signori, figli e fratelli, e prestate orecchio alle mie parole. Inclinate l’orecchio del vostro cuore e obbedite alla voce del Figlio di Dio. Custodite nella profondità del vostro cuore i suoi precetti e adempite perfettamente i suoi consigli. Lodatelo poiché è buono ed esaltatelo nelle opere vostre.
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