Libertà costosa
Lunedì IV Settimana del Tempo Ordinario
2 Sam 15,13-14.30;16, 5-13a Sal 3 Mc 5,1-20
Quando qualche “male” ci tormenta, come i Geraseni anche noi cerchiamo in qualche modo di legarlo, bloccarlo, domarlo… senza grandi risultati. Gesù, invece, viene a liberarci. Ma è una libertà costosa. In questo caso crea un danno economico agli allevatori che perdono la mandria di porci…
La libertà dal male ha un costo. Per essere liberati dobbiamo lasciare che il Signore ci mostri i nostri attaccamenti, i nostri mali, le nostre ipocrisie e scegliere con il suo aiuto di farli uscire dalla nostra vita, perdendo però la sicurezza che in qualche modo ci davano. I mandriani non sono disposti a pagare il costo di questa umanità liberata. E in qualche modo finiscono per far propria la preghiera dell’indemoniato, chiedendo a Gesù di andarsene dal loro territorio. Mentre l’uomo che era stato indemoniato, ha fatto un’esperienza così profonda della misericordia di Dio, che non ha bisogno di altro per andare a proclamare a tutti quello che Gesù aveva fatto.
Liberaci o Signore dal peccato che ci separa da te e ci divide in noi stessi perché diventiamo gioiosi testimoni del tuo amore.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 343-344]
Allora il padre, visto vano ogni sforzo per distoglierlo dal nuovo cammino, rivolge tutto il suo interesse a farsi restituire il denaro […]. Lo condusse davanti al vescovo della città, perché facesse nelle sue mani la rinuncia di tutte le sue sostanze e la restituzione completa di quanto possedeva. Egli non solo non fece resistenza, ma pieno di gioia si affrettò a compiere con sollecitudine e gioia quanto gli era stato richiesto. Comparso davanti al vescovo, Francesco non esita né indugia sotto nessun pretesto, anzi, senza dire o aspettare parole, si toglie tutte le vesti e le getta a terra, rendendole al padre. Non ritiene nemmeno le mutande, restando nudo di fronte a tutti.
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