Amati e mandati
Sabato I Settimana di Avvento
Is 30,19-21.23-26 Sal 147 Mt 9,35 – 10,1.6-8
Il Signore corregge e ha compassione, perché il suo desiderio è la salvezza dell’uomo. Così Dio si fa presente con la sua vicinanza, come un maestro che corregge e come un pastore che ha compassione per le pecore sperdute. E anche se la correzione spesso ha un sapore amaro, il Signore è un maestro buono, che vede in noi il bene che possiamo ancora compiere e ci istruisce perché possiamo crescere. Lui è lì con noi quando facciamo fatica, ci corregge suggerendoci la strada per rialzarci, incoraggiandoci con la sua parola buona, pronto a rispondere al nostro grido di aiuto. E mentre ci consola e ci corregge, ci chiama a fare dono di noi stessi, restituendo quanto abbiamo ricevuto e ancora e sempre abbiamo bisogno di ricevere, con la gioia e la gratitudine di chi si riconosce sostenuto e amato.
Tu Signore che ci doni la vita, fa che sappiamo anche noi donarci con gioia per amore tuo
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 761]
Dimostrava una grande compassione per gli infermi e una tenera sollecitudine per le loro necessità. Se a volte la bontà dei secolari gli mandava qualche elettuario, lo regalava agli altri ammalati, mentre ne aveva bisogno più di tutti. Faceva proprie le loro sofferenze e li consolava con parole di compassione, quando non poteva recare loro soccorso[…]. Tuttavia ammoniva i sofferenti a sopportare pazientemente le privazioni e a non gridare allo scandalo, se non erano soddisfatti in tutto.
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