Povertà maestra di virtù
Lunedì XXXIII Settimana Tempo Ordinario
1Mac 1,10-15.41-43.54-57 62-64 Sal 118 Lc 18,35-43
Nel Vangelo di oggi, il cieco che mendicava, un uomo limitato e povero, ci insegna cosa significa vigilare. È seduto ai margini della strada, ma è attento a tutto ciò che accade intorno a lui. Mendica perché il suo limite non gli permette altro, ma non è sfiduciato e tiene vivo il suo desiderio di tornare a vedere. Sa chi è e sa di chi ha bisogno. Quando sente che c’è qualcosa di nuovo, chiede. Sente che Gesù sta passando, e lo prega con tutta la voce che ha. Non si lascia distrarre da chi lo zittisce, ne si scoraggia, ma nella difficoltà grida più forte. Si lascia condurre da Gesù e si lascia servire da Lui. Sa chiedere con fiducia: “Signore, che io veda di nuovo!”. Vede Gesù e non lo lascia più.
Tu sei la luce del mondo Signore, chi ti segue avrà la luce della vita
Dalle Lettere di Santa Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2875-2876]
Memore del tuo proposito, come una seconda Rachele sempre vedendo il tuo principio, ciò che hai ottenuto tienilo stretto, ciò che stai facendo fallo e non lasciarlo, ma con corsa veloce, passo leggero, senza inciampi ai piedi, così che i tuoi passi nemmeno raccolgano la polvere, sicura, nel gaudio e alacre avanza cautamente sul sentiero della beatitudine, a nessuno credendo, a nessuno acconsentendo che volesse richiamarti indietro da questo proposito, che ti ponesse un ostacolo sulla via, per impedirti di rendere all’Altissimo i tuoi voti in quella perfezione alla quale ti chiamò lo Spirito del Signore.
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