Gesù condivide con noi il giogo
Giovedì XXVII Settimana del Tempo ordinario
Rm 3,21-30 Sal 129 Lc 11,47-54
Caricare pesi sugli altri e volerci liberare dalla fatica! È questa la tentazione dalla quale oggi il Signore Gesù ci vuole mettere in guardia. Parliamo di pesi morali, di carichi che gravano sulla coscienza. Far sentire in colpa… quante prescrizioni, quante norme possiamo dare agli altri, che però non riguardano me! Perché in fondo io vivo in modo retto, giusto.
Bisogna vigilare e scegliere di imitare Gesù che non dà un carico, ma che ha un giogo dolce da condividere. Il giogo infatti è uno strumento che si porta in due. Gesù lo porta con coloro che si lasciano aiutare, guidare e sostenere da Lui. Il suo è dolce perché Lui lo tira meglio di noi. Il suo carico è leggero, perché è il carico dell’amore. Lui non inventa regole per metterci in difficoltà, non ci affligge, non ci umilia, non ci dà obblighi, non inventa regole. Gesù è libero di guidarci perché è capace di amore.
Fa’ che impariamo da Te, Signore, ad essere miti e umili di cuore.
Dalla Lettera ai fedeli [FF 184-185]
E la volontà di suo Padre fu questa, che il suo Figlio benedetto e glorioso, che egli ci ha donato ed è nato per noi, offrisse sé stesso, mediante il proprio sangue, come sacrificio e vittima sull’altare della croce, non per sé, poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, ma in espiazione dei nostri peccati, lasciando a noi l’esempio perché ne seguiamo le orme. E vuole che tutti siamo salvi per mezzo di lui e che lo riceviamo col cuore puro e col nostro corpo casto. Ma pochi sono coloro che lo vogliono ricevere ed essere salvati per mezzo di lui, sebbene il suo giogo sia soave e il suo peso leggero.
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