Paraclito
Sabato XXVIII Settimana Tempo Ordinario
Rm 4, 13.16-18 Sal 104 Lc 12,8-12
Se fossimo giustificati per le opere della legge, la salvezza sarebbe di pochi, pochi potrebbero gioire della visione di Dio, della comunione con Lui. Ma la salvezza ci raggiunge per la fede, che ci è donata dallo Spirito Santo. E Lui, lo Spirito, è presente in ogni uomo, perché tutti siamo stati creati a immagine e somiglianza di Dio. Lo spirito abita in noi, ci rende figli e quindi eredi di Dio e della sua promessa (cf Rm 8,9ss).
E lo Spirito è colui che ci guida, che ci suggerisce il bene da compiere e il male da fuggire, è la voce di Dio che ci parla personalmente nel nostro cuore, nella nostra coscienza. È una presenza da invocare spesso, da chiamare vicino (paraclito), certi che non ci lascerà soli “in quel momento” in cui ne avremo bisogno.
Il Signore desidera questo per tutti, ma ci ricorda anche la nostra libertà. È possibile rifiutare il dono, ostinarsi fino al punto di “bestemmiare lo Spirito Santo”. Questo sarebbe davvero un peccato imperdonabile, “non perché Dio neghi il perdono, ma perché chi lo commette difficilmente ritrova la disponibilità a rimettersi su un cammino di conversione” (N. Masetti).
Vieni, o Spirito creatore, accendi in noi il fuoco del tuo amore.
Dalla Lettera a tutto l’Ordine [FF 233]
Onnipotente, eterno, giusto e misericordioso Iddio, concedi a noi miseri di fare, per tuo amore, ciò che sappiamo che tu vuoi, e di volere sempre ciò che a te piace, affinché, interiormente purificati, interiormente illuminati e accesi dal fuoco dello Spirito Santo, possiamo seguire le orme del tuo Figlio diletto, il Signore nostro Gesù Cristo, e con l’aiuto della tua sola grazia giungere a te, o Altissimo, che nella Trinità perfetta e nell’Unità semplice vivi e regni e sei glorificato, Dio onnipotente per tutti i secoli dei secoli. Amen
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.