Il muro di fuoco
Sabato XXV Settimana del Tempo Ordinario
Zac 2,5-9.14-15 Ger 31 Lc 9,43-45
L’uomo è sempre alla ricerca di certezze, pensa di poter tenere tutto sotto controllo, e crede che questo rende la vita felice e sicura. Come quel giovane che va a misurare Gerusalemme con la fune. Il Signore ci dice: io stesso sarò la tua cinta sicura, la tua sola protezione, “un muro di fuoco all’intorno, una gloria in mezzo a te”. Il Signore vuole essere una presenza sicura e fedele nella nostra vita, ci domanda di essere la sicurezza che cerchiamo. E noi, certi della sua presenza misericordiosa e potente, non dovremmo temere nulla. Eppure ci sono tante cose che ci preoccupano, che restano misteriose, perché non ne cogliamo il senso, come per i discepoli intimoriti e incapaci di fare domande. M noi, nella preghiera, possiamo imparare a porre domande buone al Signore, con grande fiducia. Il Signore trova il modo di risponderci, quando le domande ci aiutano a crescere nella fede e nella carità.
Effondi su di noi il tuo Spirito, o Padre, ci pervada corpo e anima,
perché non prevalga in noi il nostro sentimento, ma l’azione del tuo Santo Spirito.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 587]
Francesco disse: «Che cosa vuoi che io faccia, o Signore?». «Ritorna – gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per opera mia si adempirà spiritualmente la tua visione». Ritornò senza indugio, fatto ormai modello di obbedienza e trasformato con il rinnegamento della sua volontà da Saulo in Paolo. Quello venne gettato a terra e sotto i duri colpi disse parole soavi. Francesco invece mutò le armi mondane in quelle spirituali, e in luogo della gloria militare ricevette un’investitura divina. Così a quanti si stupivano della sua letizia inconsueta, rispondeva che sarebbe divenuto un grande principe.
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