Piccolezza prediletta
Sabato XXIV Settimana del Tempo Ordinario
Cor 12, 31; 13, 1-10. 13 Sal 24 Mt 11, 25-30
San Giuseppe da Copertino, festa
La parola greca “piccoli” si traduce anche con “infanti” o “bambini”, ma letteralmente indica “coloro che sono senza parole”. La piccolezza prediletta dal Padre, quindi, non è quella di chi resta bambino, non è l’ingenuità, la stupidità o la falsa modestia. È invece quella capacità di essere “senza parole” e in ascolto profondo di Dio, proprio come i bambini che ancora non parlano ma che non perdono nulla dei discorsi dei grandi. È il silenzio di chi è umile, privo di orgoglio e di pretese. Questa intimità silenziosa col Signore permette di portare il giogo di Gesù. Chi si fa piccolo in questo modo infatti sa che è Gesù che per primo porta ogni sofferenza e ogni croce. San Giuseppe da Copertino, che a dispetto delle estasi e dei miracoli che lo resero famoso, condusse sempre una vita semplice contrassegnata da una profonda umiltà, ci sia di esempio sulla via di questa piccolezza.
O Signore Gesù, mite e umile di cuore, rendi il nostro cuore simile al Tuo.
Dalla Regola non bollata [FF 23]
E nessuno sia chiamato priore, ma tutti allo stesso modo siano chiamati frati minori. E l’uno lavi i piedi dell’altro.
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