Ritorni felici
Sabato XVII Settimana del Tempo Ordinario
Lv 25,1.8-17 Sal 66 Mt 14,1-12
Sant’Ignazio di Loyola sacerdote, memoria
Il peccato fa intravedere una “libertà” che, prima o poi, si rivela falsa. Mentendo a sé stesso, l’uomo diventa sordo alla verità e schiavo del male. Questo succede a Erode che, arrestando Giovanni, si illude di eliminare un ostacolo alla sua libertà. Arriverà a condannarlo a morte pur senza volerlo pienamente, perché ormai coinvolto pienamente nelle dinamiche di orgoglio, egoismo e menzogna. Senza arrivare a questi estremi drammatici, tutti noi abbiamo delle piccole o grandi schiavitù da cui il Signore desidera tirarci fuori. Perché vuole metterci nel cuore una libertà tutta nuova, fondata sulla verità, la giustizia, la carità, l’umiltà. Il giubileo narrato dal Levitico ne è un’anticipazione e un segno. Dio sospende la schiavitù dell’uomo: “ognuno tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia”. È come un ritorno a casa, nel luogo degli affetti, della sicurezza, del calore. È così il perdono che il Signore vuole offrirci, la libertà che desidera per il nostro cuore: un ritorno felice, tra le Sue braccia sicure e piene di misericordia.
Donaci, o Signore, di accogliere il tuo perdono che ci libera.
Dalla Vita Prima di Tommaso da Celano [FF 501]
Si lamentava anche di alcuni, un tempo intenti a mete più elevate, che ora si abbassavano a cose vili e futili e, abbandonati i veri gaudi dell’anima, si affannavano a rincorrere frivolezze prive di ogni valore, vagando nel campo di una malintesa libertà. Per questo implorava la divina clemenza per la liberazione dei suoi figli e la scongiurava con la devozione più grande.
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