Attenzione!
Mercoledì XI Settimana del Tempo Ordinario
2Cor 9,6-11 Sal 111 Mt 6,1-6.16-18
Nella sinagoga, durante le liturgie del sabato, tutti ammiravano l’offerente più generoso. Questi riceveva onore, veniva condotto dal sacerdote e indicato a tutti come esempio. Gesù ci dice che quando prestiamo troppa attenzione agli applausi umani, finiamo col perderci la ricompensa più bella: lo sguardo del Padre. Gli applausi li conosciamo: fanno rumore e danno emozione, ma sono momentanei, non sempre sinceri. Lo sguardo del Padre invece dona una pace profonda, una gioia stabile, che niente e nessuno può portarci via. Ci fa sentire degni di stima e preziosi ai suoi occhi (cf. Is 43,4). Ma bisogna farci attenzione perché è molto discreto. Non è mai effimero, non fa rumore, ma coinvolge tutto di noi stessi. È silenzioso, lo avvertiamo solo noi, sebbene si riversi a cascata anche sulla vita di chi ci sta accanto. Anche San Paolo ha sperimentato questo sguardo d’amore su di sé. È la larghezza di cui parla, è quell’abbondanza che riceve chi dona la sua vita con gioia.
Gli uomini guardano l’apparenza. Tu Padre guardi il cuore.
Dalle Ammonizioni [FF 178]
Beato il servo che accumula nel tesoro del cielo i beni che il Signore gli mostra e non brama di manifestarli agli uomini con la speranza di averne compenso, poiché lo stesso Altissimo manifesterà le sue opere a chiunque gli piacerà. Beato il servo che conserva nel suo cuore i segreti del Signore.
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