Non siamo perduti
Mercoledì X Settimana del Tempo ordinario
2Cor 3,4-11 Sal 98 Mt 5,17-19
Matteo annuncia il suo vangelo ai Giudei, che attendevano la venuta del Messia e il compimento delle promesse di Israele. In realtà la promessa si è realizzata, l’attesa è compiuta in Gesù, l’Atteso che realizza pienamente la Legge. Ma noi, che siamo piccoli e imperfetti, come possiamo osservare in modo perfetto ogni minimo precetto di questa Parola? Come riuscire a non trasgredirne neanche una piccola parte? San Paolo ci viene in aiuto, spiegandoci che la nostra capacità viene da Dio. Siamo resi capaci di vivere la Legge (cioè l’amore) non dalla lettera, cioè dalle nostre doti umane, ma dallo Spirito. Sì, è vero: la lettera uccide, cioè non fa altro che sottolineare la nostra incapacità di vivere pienamente l’amore. Siamo perduti allora? No, perché lo Spirito dà vita. Cioè ci fa fare l’esperienza di essere figli amati gratuitamente, follemente, senza condizioni. È solo la coscienza di questo amore immeritato che ci rende capaci a nostra volta di amare. Capaci di andare incontro agli altri e raccontare questa bella notizia.
Ogni dono buono viene da Te, o Padre, che ci hai “resi capaci di essere ministri di una nuova alleanza”.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 601]
Venuto il mattino, entrano in una chiesa e aprono il libro del Vangelo, disposti ad attuare il primo consiglio che si offra loro. Aprono il libro, e il suo consiglio Cristo lo manifesta con queste parole: (…) Chi vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso. Senza indugio Bernardo eseguì tutto e non tralasciò neppure un iota. Molti altri, in breve tempo, si liberarono dalle mordacissime cure del mondo e, sotto la guida di Francesco, ritornarono all’infinito bene nella patria vera. Ma sarebbe troppo lungo dire come ciascuno abbia raggiunto il premio della chiamata divina.
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