#novenadinatale2014.07 – egli stesso sarà la pace
#novenadinatale2014.07 – egli stesso sarà la pace
Dal libro del profeta Michea (5,1-4) – E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele; le sue origini sono dall’antichità, dai giorni più remoti. Perciò Dio li metterà in potere altrui fino a quando partorirà colei che deve partorire; e il resto dei tuoi fratelli ritornerà ai figli d’Israele. Egli si leverà e pascerà con la forza del Signore, con la maestà del nome del Signore, suo Dio. Abiteranno sicuri, perché egli allora sarà grande fino agli estremi confini della terra. Egli stesso sarà la pace!
Dalla Vita prima di san Francesco di fra Tommaso da Celano (FF 466-468) – L’aspirazione più alta, il desiderio dominante, la volontà più ferma del beato Francesco era di osservare perfettamente e sempre il santo Vangelo e di imitare fedelmente con tutta la vigilanza, con tutto l’impegno, con tutto lo slancio dell’anima e del cuore la dottrina e gli esempi del Signore nostro Gesù Cristo. Meditava continuamente le parole del Signore e non perdeva mai di vista le sue opere. Ma soprattutto l’umiltà dell’Incarnazione e la carità della Passione aveva impresse così profondamente nella sua memoria, che difficilmente gli riusciva di pensare ad altro. A questo proposito è degno di perenne memoria e di devota celebrazione quello che il Santo realizzò tre anni prima della sua gloriosa morte, a Greccio, il giorno del Natale del Signore. C’era in quella contrada un uomo di nome Giovanni, di buona fama e di vita anche migliore, ed era molto caro al beato Francesco perché, pur essendo nobile e molto onorato nella sua regione, stimava più la nobiltà dello spirito che quella della carne. Circa due settimane prima della festa della Natività, il beato Francesco, come spesso faceva, lo chiamò a sé e gli disse: «Se vuoi che celebriamo a Greccio il Natale di Gesù, precedimi e prepara quanto ti dico: vorrei rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu adagiato in una greppia e come giaceva su] fieno tra i] bue e l’asinello». Appena l’ebbe ascoltato, il fedele e pia amico se ne andò sollecito ad approntare nel luogo designato tutto l’occorrente, secondo il disegno esposto dal Santo.
Il profeta Michea aveva annunciato che il Messia sarebbe nato a Betlemme, utilissimo villaggio della Giudea. In un borgo remoto della Valle Reatino, a Greccio, san Francesco volle rivivere la nascita del Redentore ricreandone la situazione di povertà e di disagio. Desiderava
vedere con ì suoi, occhi la scena del Natale.
Maranatha, vieni Signore Gesù. Il ‘senso’ della vista è forse uno dei più usati e sollecitati in questa nostra civiltà occidentale: immagini, letture, spot televisivi, pagine e post e video e… sui nostri computer, tablet, smartphone. Francesco ci insegna a ‘cercare’ e ‘creare’ davanti ai nostri occhi le condizioni per vedere ‘oltre’ il significato profondo delle cose: perché nel poco che vediamo possiamo contemplare il molto che vi è celato. Così come in un presepio… così come nell’abisso di uno sguardo limpido di chi ci sta accanto.
[Liberamente ispirato da: C. Vecchiato, Greccio come Betlemme. novena di Natale con Francesco e Chiara, EMP, Padova 2013]
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