Parole nuove
Mercoledì V Settimana di Pasqua
At 15,1-6 Sal 121 Gv 15, 1-8
Luca negli Atti ci dice che i giudei, che si erano convertiti al cristianesimo, insistono sulla necessità di circoncidere i pagani, come condizione per ammetterli alla comunità. Ciò provoca scontri e incomprensioni. Questi giudei e farisei hanno creduto alla parola di Gesù. Eppure, fanno tanta fatica a staccarsi dal passato, da un modo “vecchio” di pensare, di guardare gli altri e i fatti. Non riescono a prendere le distanze da una mentalità che appartiene alla loro tradizione. Non capita forse anche a noi? Sperimentiamo a volte la fatica di assumere sugli altri e sulla vita, lo sguardo nuovo che ci propone il vangelo, libero e vero. Lo sguardo che avrebbe Gesù. E, quasi senza accorgerci, ci ostiniamo su ragionamenti e considerazioni a cui siamo abituati da sempre. Questo appesantisce il cammino, sottraendogli energie preziose. “Siete puri per la parola che vi ho annunciato”, dice Gesù. C’è una parola nuova, una boccata di aria fresca, uno sguardo libero, amorevole, sui fatti della vita e sugli altri. Dobbiamo solo volerla accogliere.
Signore, se rimaniamo fedeli alla tua parola, conosceremo la verità e la verità ci farà liberi (cf. 8,32).
Dal Libro delle Cronache di Angelo Clareno [FF 2125]
Gesù Cristo disse a Francesco: «Io chiesi al Padre mio che in quest’ultima ora mi desse un popolo poverello, umile, mite e mansueto, in tutto simile a me nella povertà e umiltà, contento solo di me; che io potessi dimorare e riposare in esso, come dimora e riposa in me il Padre mio, ed esso riposasse e rimanesse in me, come io rimango nel Padre e riposo nel suo Spirito. Il Padre mio mi ha dato te e quanti per mezzo tuo aderiranno a me con tutto il cuore, con fede non falsa e carità perfetta. Io li guiderò e li pascerò; saranno figli per me, e io sarò per loro un padre».
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