Eterna conoscenza
Giovedì III Settimana di Pasqua
At 8,26-40 Sal 65 Gv 6,44-51
“E tutti saranno istruiti da Dio”. Le fonti rabbiniche usano l’espressione “portare vicino alla Torah” per descrivere la conversione di chi sente amore verso il prossimo. Di chi desidera farlo partecipe di una più piena conoscenza di Dio. Per l’evangelista Giovanni, ciò che fa partecipi gli uomini della eterna conoscenza di Dio è l’essere attratti a Gesù. L’istruzione divina è educarci da dentro alla vita con Lui. Questo essere attirati non è una conquista umana ma dono che proviene dal Padre. È una misteriosa e profonda attrazione che il Padre esercita nella persona, in modo da generare alla fede nel Figlio. Oggi il Vangelo ci dice che l’attrazione la viviamo nel partecipare alla mensa. Mangiare il pane di vita è essere istruiti da Lui. Si saprà chi è il Signore perché è Lui stesso ad attrarci a sé e a nutrirci. Dio ci attrae a Lui perché è buono e umile come il pane e noi diventiamo ciò che riceviamo. A noi la responsabilità di diventare poveri, rinunciare a noi stessi per lasciarci istruire. È una chiamata personale e comunitaria, a diventare ognuno, e insieme, il corpo di Cristo, cioè la sua Chiesa.
Padre buono, donaci di lasciarci attirare, istruire da Te.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1119]
“Chi brama raggiungere il vertice della povertà – disse – deve rinunciare non solo alla prudenza mondana, ma anche, in certo qual modo, al privilegio dell’istruzione, affinché, espropriato di questo possesso, possa entrare nella potenza del Signore e offrirsi, nudo, nelle braccia del Crocifisso. In nessun modo, infatti, rinuncia perfettamente al mondo colui che conserva nell’intimo del cuore lo scrigno dell’amor proprio”.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.