Il pane della condivisione
Martedì III Settimana di Pasqua
At 7,51-8,1 Sal 30 Gv 6,30-35
La simbologia del pane che ci accompagna nella liturgia di questi giorni è illuminante. La vera vita è la vita del Figlio: è lui il pane, che accetta e dona tutta la sua esistenza come segno dell’amore del Padre. È bello, ma per noi non è così semplice accogliere che la risposta ultima alla nostra fame e sete si chiami Gesù Cristo.
Eppure la nostra verità è nell’umano concreto di Cristo. Per questo vuole condividere sé stesso e non si stanca nonostante le nostre resistenze: questo pane ha significato e ne comprendiamo la sua bontà solo se accogliamo questa volontà di condivisione.
Dio, in Gesù che si fa pane, vuole comunicare la sua vita, che è risposta piena alle esigenze di pienezza che ogni uomo porta dentro di sé. Stefano ha accolto pienamente questa condivisione di Gesù e ci mostra il frutto più bello: dare la vita e condividere tutto il bene ricevuto, fino al perdono.
Padre, Tu sai che non ci è facile assumere gli atteggiamenti di Gesù. Ti preghiamo, donaci l’umiltà di invocare il tuo Spirito.
Dalla lettera a tutto l’Ordine [FF 221]
Tutta l’umanità trepidi, l’universo intero tremi e il cielo esulti, quando sull’altare, nella mano del sacerdote, si rende presente Cristo, il Figlio del Dio vivo. O ammirabile altezza e degnazione stupenda!
O umiltà sublime! O sublimità umile, che il Signore dell’universo, Dio e Figlio di Dio, così si umili da nascondersi, per la nostra salvezza, sotto poca apparenza di pane!
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