DOMENICA 18 APRILE 2021 – III DOMENICA DI PASQUA S. GALDINO VESCOVO
Dal Vangelo
In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».
Commento biblico
Gesù apre le menti dei discepoli per comprendere le Scritture, essi capiscono allora che tutto l’Antico Testamento parlava di lui; «nell’Antico – dice Agostino – è nascosto il Nuovo e nel Nuovo è manifesto l’Antico» (Questioni sull’Ettateuco 2,73). La Pasqua diviene così il centro della storia umana: è in nome del Cristo crocifisso e risorto che «saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme». La Pasqua richiede dunque un cambio radicale di mentalità, un rinnovamento che non può fermarsi alla superficie, ma deve incidere nella profondità della vita. «Di questo voi siete testimoni»: sarà la nostra vita a dare testimonianza (o controtestimonianza) di ciò.
Commento francescano
Gesù ha mangiato del pesce arrostito con molta semplicità. Francesco, mentre si trovava gravemente malato nel palazzo del vescovo di Assisi, fu spinto dai frati a nutrirsi di qualcosa. Egli rispose: «Fratelli, non ho nessuna voglia di mangiare. Però se avessi del pesce squalo, forse ne prenderei». Proprio allora giunse un uomo mandato da frate Gerardo, ministro a Rieti, che portava un canestro con tre bellissimi squali ben preparati e alcuni piatti di gamberi, che Francesco mangiò volentieri (CAss 71: FF 1599). La testimonianza cristiana non esclude i piccoli piaceri della vita, ma chiede di vivere in povertà e letizia, rendendo grazie a Dio per ogni suo dono.
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