Fiducia rinnovata
Venerdì fra l’Ottava di Pasqua
At 4,1-12 Sal 117 Gv 21,1-14
L’inizio del Vangelo ricorda la chiamata dei primi apostoli. Ora, dopo la morte e resurrezione di Gesù, li incontriamo di nuovo pescatori di pesci. Delusi? Forse sì, tornati al loro antico lavoro per non pensare alla morte del loro maestro e continuare la solita vita. È la tentazione che può prendere anche noi quando non si accetta la mancanza. Perché è vero che ogni volta che diciamo di credere nella Resurrezione, è necessario passare per il momento della morte, della mancanza e riuscire a stare. Gesù però non ci lascia, e mostra tutta la potenza della Sua Parola. Li invita ancora una volta a gettare le reti perché possano fare memoria e vedere la sua presenza … e Giovanni esclama: “È il Signore!”. E tutto si rimette in moto! Anche per noi oggi è vitale che ci sia sempre qualcuno che riconosca e ci annunci i segni della presenza del Signore risorto, che dice abbondanza di vita, per poter ricominciare a seguirlo con rinnovata fiducia. Ogni volta che accade questo c’è un passaggio, la Pasqua è vissuta.
Solo in Te, Signore, c’è salvezza!
Dalla Leggenda dei tre Compagni [FF 1440]
Francesco, pieno della grazia dello Spirito Santo, ai sei frati sopra citati, convocandoli presso di sé dalla selva che si estendeva presso la Porziuncola, nella quale entravano spesso per pregare, predisse quello che sarebbe avvenuto. Disse: “Fratelli carissimi, consideriamo la nostra vocazione. Dio, nella sua misericordia, ci ha chiamati non solo per la nostra salvezza, ma anche per quella di molti altri. Andiamo dunque per il mondo, esortando tutti, con l’esempio più che con le parole, a fare penitenza dei loro peccati e a ricordare i comandamenti di Dio”.
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