Sempre fratelli
Lunedì V Settimana di Quaresima
Dn 13,1–9.15–17.19–30.33–62 Sal 22 Gv 8,1-11
Entrambe le letture ci presentano un modo distorto di relazionarsi con l’altro, che viene in qualche modo “usato”, quasi fosse un oggetto. Gli anziani cercano di usare Susanna per soddisfare la loro passione; gli scribi e i farisei mettono al centro una donna sorpresa in adulterio per tentare di cogliere in fallo Gesù. Anche per noi a volte l’altro è “qualcosa che ci serve”, per soddisfare qualche nostro bisogno o desiderio. Non così per Gesù. Per lui l’altro è sempre un fratello o una sorella da salvare, da ristabilire nella sua dignità di figlio o figlia di Dio. Gesù, in quanto Dio, potrebbe chiederci di servirlo e invece viene tra noi come servo; è l’unico che potrebbe giudicarci, ma sceglie sempre di non farlo. Gesù non ci condanna mai, ma sempre, con pazienza, ci offre la Sua grazia, fatta di tempo e silenzio. Così, guidati dalla Sua parola, ci permette di guardare dentro noi stessi, per poterci scoprire nella verità, peccatori proprio o più degli altri, e poter chiedere perdono. E il Signore ci perdona sempre! E ci prende sul serio nel nostro pentimento, tanto da esortarci con amorevole fermezza: “va’, e d’ora in poi non peccare più”.
Facci ritornare a te, Signore, e noi ritorneremo, rinnova i nostri giorni (Lam 5,21)
Dalla Leggenda minore di San Bonaventura [FF 1355]
Quando vedeva che le anime redente dal sangue prezioso di Cristo venivano insozzate dalla bruttura del peccato, si sentiva trapassato da un dolore straordinario e trafiggente; le compiangeva con una commiserazione così tenera che ogni giorno le partoriva in Cristo, come una madre. Da qui il suo accanimento nella preghiera, quel correre dovunque a predicare, quell’eccesso nel dare l’esempio: perché non si riteneva amico di Cristo se non curava teneramente le anime che egli ha redento.
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