Stile del cristiano
Giovedì dopo le Ceneri
Dt 30,15-20 Sal 1 Lc 9,22-25
Questo Vangelo ci dà la nota opportuna per vivere la quaresima: “Chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà”.
In questo paradosso è contenuta la regola d’oro della gioia che Dio ha inscritto nella natura umana creata in Cristo. È la buona notizia del Vangelo che si fonda sul dono totale di Gesù a noi. Solo nell’amore e per amore del Signore che ci ha amato immensamente possiamo accogliere e vivere questa Parola e seguirlo nell’umiltà del perdere. Per noi, infatti, non suona immediatamente come una “buona notizia”, sembra innaturale. Quando, però, abbiamo la Grazia di assaporarne l’esperienza, nel nostro dovere e nelle nostre relazioni quotidiane, capiamo qualcosa della beatitudine promessa. Comprendiamo anche che è “naturale” perché è il Signore che compie in noi questa Parola, il cui peso è pensato dal Padre e diviene dono.
Donaci o Padre il coraggio e l’umiltà di imparare da Gesù ad accogliere la croce.
Dalla Leggenda Maggiore [FF 1134]
La pietà lo elevava a Dio per mezzo della devozione, lo trasformava in Cristo per mezzo della compassione, lo faceva ripiegare verso il prossimo per mezzo della condiscendenza e, riconciliandolo con tutte le creature, lo riportava allo stato di innocenza primitiva. Per essa sentiva grandissima attrazione verso le creature, ma in modo particolare verso le anime, redente dal sangue prezioso di Cristo Gesù; e, quando le vedeva inquinate dalle brutture del peccato, le compiangeva con una commiserazione così tenera che ogni giorno, le partoriva, come una madre, in Cristo.
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