DOMENICA 24 GENNAIO 2021 S. FRANCESCO DI SALES – PATRONO DEI GIORNALISTI
Dal Vangelo
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.
Commento biblico
Gesù pone lo sguardo su quello che i futuri discepoli stavano facendo. Simone e Andrea gettavano le reti, Giacomo e Giovanni le riparavano. Due gesti straordinari che non vengono annullati, ma amplificati, gettare le reti nel mare dell’umanità, diventare pescatori di uomini e da riparatori di reti a riparatori di relazioni, di rapporti. Credo che la vocazione non sia solo la risposta al Cristo che chiama, ma significhi anche far maturare le potenzialità di quello che è già in germe nella nostra vita; com’è accaduto anche a chi abbozza questa meditazione: da cameriere, tra i tavoli del ristorante, a cameriere tra i tavoli di Dio. Siamo di fronte a un Vangelo che comunque ci rimanda all’inizio di ogni vocazione, non solo quella ecclesiale, ma anche quella della maternità o della paternità, del matrimonio, del proprio impegno sociale o della ri-scoperta della vocazione. Gesù ha chiesto a tutti di seguirlo per essere coinvolti dalla sua vita e nella sua vita. Tutto avviene attraverso tre verbi, Gesù passa, vede e chiama. Lo ha fatto allora e lo fa ogni giorno. A seguirlo non saranno gli stinchi di santo, ma una sequela che porta alla possibilità di diventare santi.
Comento francescano
La vocazione dei primi discepoli ci riporta alla chiamata di Gesù verso Francesco. La categoria alla quale appartiene la chiamata di Francesco è quella del sogno, che non è solo reale, ma anche simbolica. Ascoltiamo un racconto tratto dalle Fonti Francescane, mentre a san Francesco chiediamo di entrare nel sogno di Dio su di noi: “Infatti, subito dopo, gli appare in visione uno splendido palazzo, in cui scorge armi di ogni specie e una bellissima sposa. Nel sonno Francesco si sente chiamare per nome e lusingare con la promessa di tutti quei beni. Allora tenta di arruolarsi per la Puglia […].
Il suo spirito mondano gli suggeriva un’interpretazione mondana della visione, […]. E infatti un’altra notte, mentre dorme, sente di nuovo una voce che gli chiede premurosa dove intenda recarsi. Francesco espone il suo proposito […]. Ma la voce insiste e gli domanda chi ritiene possa essergli più utile: il servo o il padrone? «Il padrone», risponde Francesco. «E allora – riprende la voce – perché cerchi il servo in luogo del padrone?». E Francesco: «Che cosa vuoi che io faccia, o Signore?». «Ritorna – gli risponde il Signore – alla tua terra natale, perché per opera mia si adempia spiritualmente la tua visione»” (FF 586 – 587). Sapete perché san Francesco di Sales è patrono dei giornalisti? Uno dei motivi: fu l’inventore del primo Avviso Sacro da apporre all’ingresso delle chiese e nel loro circondario.
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