Gioia che viene
Lunedì, feria propria del 21 dicembre
Sof 3,14-17 Sal 32 Lc 1,39-45
La parola di oggi trabocca gioia ed esultanza. Il Signore viene, mantiene fede alle sue promesse, è in mezzo a noi ed egli stesso gioisce per noi. La sua gioia, che lo porta a farsi uomo nel grembo di Maria, diventa la nostra gioia, perché il Signore viene a dirci che siamo al centro dei suoi pensieri, al centro dei suoi interessi.
“A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me?” esclama Elisabetta. Da lei impariamo che gusta questa gioia non chi cerca di conquistarla con i propri meriti, ma chi la accoglie con umiltà e gratitudine. Da Maria, che dopo l’annunciazione si alza e corre dalla cugina, impariamo che la gioia che riceviamo si gusta “spendendola”, cioè mettendoci in moto per portarla agli altri. Il vedendo Maria che porta in grembo il Salvatore.
Il Signore viene, per rinnovarci con il suo amore, per renderci capaci di vivere la Sua gioia: rallegriamoci ed esultiamo!
L’anima nostra attende il Signore: è in lui che gioisce il nostro cuore, nel suo santo nome noi confidiamo
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 683]
Il padre era solito non trascurare negligentemente alcuna visita dello Spirito: quando gli si presentava, l’accoglieva e fruiva della dolcezza che gli era stata data, fino a quando il Signore lo permetteva. Così, se avvertiva gradatamente alcuni tocchi della grazia mentre era stretto da impegni o in viaggio, gustava quella dolcissima manna a varie e frequenti riprese. Anche per via si fermava, lasciando che i compagni andassero avanti, per godere della nuova visita dello Spirito e non ricevere invano la grazia.
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