Avanti…prego
Venerdì XXXIII Settimana del Tempo Ordinario
Ap 10,8-11 Sal 118 Lc 19,45-48
Il Signore ci attira oggi con un gesto forte, caccia i venditori al Tempio. Davanti a questo gesto, gli scribi, i farisei e i capi del popolo se ne risentono tanto da volerlo uccidere. Come mai? Tenere più alla mondanità che alle cose di Dio, cadere o scadere davanti a cose di poco conto, non è così difficile. Perdere il senso di Dio è un rischio che si può correre. Le parole di Gesù ci ricordano dove è il centro. Ci ricordano che abbiamo una casa che è aperta, dove poter incontrare e abitare con il Signore. È la casa del Padre ed è una casa di preghiera, dove si vive una relazione. I religiosi del tempo si erano lasciati traviare ma “il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo”. La forza di Gesù è la sua parola, la sua testimonianza, il suo amore. E dove c’è Gesù, non prende piede mammona. Questa è la lotta di ognuno di noi e della Chiesa: avere sempre Gesù al primo posto ed essere sempre attenti alla Sua Parola. Noi ci nutriamo della Sua Parola; è dolce al palato, fa gustare la bellezza dell’ascoltare il Signore. Ma quando entra in profondità, fa sentire tutta la responsabilità mettendoci davanti a una scelta: non si può servire due padroni, o Dio o le ricchezze, o Dio o il potere.
Signore Gesù, donaci di essere innamorati della tua Chiesa.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1176]
Camminando e sedendo, in casa e fuori, lavorando e riposando, restava talmente intento all’orazione da sembrare che le avesse dedicato ogni parte di sé stesso: non solo il cuore e il corpo, ma anche l’attività e il tempo.
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