Dono sublime
Giovedì XXVII Settimana del Tempo Ordinario
Gal 3,1-5 Lc 1 Lc 11,5-13
Gesù porta l’esempio di un padre che nella sua fragile bontà dà al figlio cose buone da mangiare per parlare della immensa bontà del Padre celeste. Qual è il dono della sua bontà? Gesù conclude parlando dello Spirito Santo: “… quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”.
Dono sublime è lo Spirito Santo perché è lo stesso Amore tra Lui e il Padre e nello Spirito Santo abbiamo la gioia, la pace, la capacità di ringraziare, un atteggiamento particolare di serenità anche nella sofferenza, una felicità intima, profonda. Lo Spirito Santo è ciò che il Padre dona senza riserve e che tutti possono ricevere se lo si chiede. Ringraziamo per il dono dello Spirito, crediamo in lui e chiediamolo con insistenza per continuare a scegliere la vita nel nome del Signore e non nel segno della carne.
Ringraziamo per il dono gratuito, delicato e potente dello Spirito Santo, dono dell’Amore del Padre e del Figlio Gesù Cristo.
Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 779]
Quando Francesco si faceva la tonsura, spesso ripeteva a chi gli tagliava i capelli: «Bada di non farmi una corona troppo larga! Perché voglio che i miei frati semplici abbiano parte nel mio capo». Voleva appunto che l’Ordine fosse aperto allo stesso modo ai poveri e illetterati, e non soltanto ai ricchi e sapienti. «Presso Dio -diceva- non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, si posa egualmente sul povero ed il semplice». Avrebbe voluto inserire proprio questa frase nella Regola, ma non fu possibile perché era già stata confermata con bolla.
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