Chi accoglie è il più grande
Lunedì XXVI Settimana del Tempo Ordinario
Gb 1,6-22 Sal 17 Lc 9,46-50
La grandezza dell’uomo non si basa su un confronto fra uomo e uomo, ma sta nel riconoscersi per quello che si è: piccoli e benedetti da Dio. Ai discepoli, che chiedono chi fra loro sia più grande, Gesù parla di “accoglienza”. Chi accoglie anche un solo bambino accoglie Gesù, e chi accoglie Gesù accoglie Dio stesso.
La grandezza sta nel riconoscere l’altro più grande di me, più importante di me, perché ho scoperto che il Signore fa così con me, mi mette prima di Lui!
Giobbe vive in questo modo il rapporto con Dio. Egli aveva tutto quanto un uomo potesse desiderare. Ma la sua vera grandezza era la totale accoglienza della volontà di Dio. Giobbe sapeva di non essere nulla, ma che tutto aveva ricevuto dalla bontà divina e tanto gli fu sufficiente per accogliere da Dio tutto, anche la prova.
Solo chi è piccolo sa lasciare spazio a chi è grande, e così solo chi è umile sa riconoscere nell’altro le ricchezze e non le mancanze. Vivendo così, cambiano anche le nostre relazioni quotidiane, perché possiamo scoprire i motivi che rendono l’altro “uno di noi” piuttosto che ciò che lo rendono estraneo e nemico.
Ti rendiamo grazie Signore, per tutto il bene che c’è nella nostra vita. Donaci un cuore semplice, capace di accogliere Te e i nostri fratelli
Dalle Ammonizioni [FF 177]
Dove è carità e sapienza, ivi non è timore né ignoranza.
Dove è pazienza e umiltà, ivi non è ira né turbamento.
Dove è povertà con letizia, ivi non è cupidigia né avarizia.
Dove è quiete e meditazione, ivi non è affanno né dissipazione.
Dove è il timore del Signore a custodire la sua casa,
ivi il nemico non può trovare via d’entrata.
Dove è misericordia e discrezione, ivi non è superfluità né durezza.
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