Domenica 6 settembre 2020, XXIII TEMPO ORDINARIO
Dal Vangelo
Matteo 18, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello; se non ascolterà, prendi ancora con te una o due persone, perché ogni cosa sia risolta sulla parola di due o tre testimoni. Se poi non ascolterà costoro, dillo alla comunità; e se non ascolterà neanche la comunità, sia per te come il pagano e il pubblicano. In verità io vi dico: tutto quello che legherete sulla terra sarà legato in cielo, e tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto in cielo. In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro».
Dalle Fonti
1 Celano 122: FF 532
Ma all’improvviso l’orizzonte si oscura, esplodono nuove perturbazioni sociali e religiose. Violente discordie e gelosie lacerano la serenità e la pace e riaccendono la lotta all’interno della Chiesa. Il popolo romano, solitamente sedizioso e altero, infuria contro la gente confinante e osa pure profanare le cose sacre. Il magnanimo papa Gregorio si adopera con tutte le forze per arginare il male, frenare l’odio e la violenza e difendere la Chiesa, come una torre ben salda. Ma i pericoli aumentano, le stragi si fanno più frequenti; anche nel resto del mondo i perversi insorgono superbamente contro Dio. Che fare? Il Pontefice, ponderate saggiamente le circostanze presenti e le possibilità future, decide di abbandonare Roma ai rivoltosi, per liberare e difendere almeno le altre regioni.
Alla vita
Nel Vangelo di domenica scorsa Gesù aveva apostrofato
Pietro come “Satana” perché voleva un Cristo solo glorioso; il vero discepolo – diceva Gesù – è colui che prende la propria croce e lo segue. Ma come si fa concretamente a “prendere la propria croce”? Il Vangelo di oggi ci dice che non è difficile capirlo, la prima croce che ci troviamo ad affrontare sono… gli altri, è il nostro prossimo, è la nostra famiglia. Infatti se è vero che “non è bene che l’uomo sia solo”, è altrettanto vero che l’altro può essermi di ostacolo, rompe le mie abitudini, mi toglie dall’ assurda pretesa di essere al centro del mondo. Vivere con gli altri non è semplice, la convivenza porta spesso a «nuove perturbazioni sociali e religiose». In queste situazioni il cristiano si trova di fronte a un bivio: o affrontarle con spirito di vendetta, o seguire la difficile via della correzione fraterna dove il desiderio di bene verso il fratello deve prevalere sul proprio che è stato offeso. San Francesco ha inserito una strofa al termine del Cantico delle Creature che dice: “Beati quelli che perdonano per lo tuo amore”. Donaci Signore di saper sempre amare e perdonare.
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