Profeti che confidano
Venerdì XVII Settimana del Tempo Ordinario
Ger 26,1-9 Sal 68 Mt 13,54-58
Sant’Ignazio di Loyola, memoria
Gesù torna a Nazareth e si trova di fronte all’incredulità della gente verso la sua sapienza e potenza divina. Lo conoscono ma non lo riconoscono per ciò che compie. Se in un primo momento potrebbe sembrare limitante, il Signore ci dice che in effetti un profeta non è accolto che in un ambiente piccolo, ristretto, rispetto al centuplo promesso. Ma ciò che capita a Nazareth è un po’ ciò che capita ai discepoli e a chi li ascolta, perciò anche a noi. Ciò che spiazza è pensare di non essere apprezzati da chi ci conosce o di non saper ascoltare chi ci è vicino. Ma c’è un impegno e una promessa che la prima lettura ci rammenta: viene data in abbondanza la Parola, che dobbiamo annunciare senza tralasciarne neppure una. Sapendo che siamo sempre dinanzi alla libertà dell’altro e che è la Grazia che feconda. Chiediamo di saper riconoscere la presenza del Signore e di avere fede sia nell’ascolto che nell’annuncio, perché è Lui che agisce e che porta a compimento l’opera iniziata.
Signore Gesù, ti ringraziamo per Sant’Ignazio, perché ci insegna a cercare con perseveranza la Tua volontà.
Dalla Leggenda maggiore di San Bonaventura [FF 1059]
Andate – disse il dolce padre ai figli suoi – annunciate agli uomini la pace; predicate la penitenza per la remissione dei peccati. Siate pazienti nelle tribolazioni, vigilanti nell’orazione, valenti nelle fatiche, modesti nel parlare, gravi nel comportamento e grati nei benefici. E in compenso di tutto questo è preparato per voi il regno eterno.
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