La vera intelligenza
Sabato XI Settimana del Tempo Ordinario
Lam 2,2.20-14.18-19 Sal 78 Mt 8,5-17
La figura del centurione è un esempio di sapienza e purezza. Fermamente convinto che il Signore può intervenire nella sua storia, cerca la salvezza non per sé, ma per il suo servo. Pur non appartenendo al popolo eletto, riconosce in Gesù la potenza di Dio. Quest’uomo giusto scorge la verità attraverso la bontà del cuore. Ma sa usare anche la vera intelligenza, che non è mai disgiunta dall’umiltà. È interessante la sintesi che lui fa della sua duplice esperienza: di comandante e di dipendente: «Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me…». Nella lettura dell’Ufficio di oggi, il Vescovo Gregorio di Nissa ci ricorda che Dio vuole mostrarsi a faccia a faccia a colui che ha l’occhio dell’anima ben purificato». E ancora: «come il ferro, liberato dalla ruggine, splende al sole, così anche l’uomo interiore, quando avrà rimosso da sé la ruggine del male, ricupererà la somiglianza con la forma originale e primitiva e sarà buono» (Om. 6).
«Crea in me o Dio un cuore puro» (Sal 50)
Dalla Lettera ai Fedeli [FF 200]
E tutti quelli e quelle che si diporteranno in questo modo, fino a quando faranno tali cose e persevereranno in esse sino alla fine, riposerà su di essi lo Spirito del Signore, ed egli ne farà sua abitazione e dimora.
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