Parole esigenti, parole eterne
Sabato III Settimana di Pasqua
At 9,31-42 Sal 115 Gv 6,60-69
Sant’Atanasio, memoria
«Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!». Pietro pronuncia questa professione di fede proprio quando il cammino con Gesù si fa più esigente. Altri hanno preferito andare via. Chissà quante volte Pietro avrà ripetuto queste parole al Signore. Forse lo avranno accompagnato anche nelle fatiche apostoliche, dopo la Pasqua. La forza che scaturiva da questa sua fiducia totale nel Signore, gli ha permesso di portare la guarigione ai malati, come ascoltiamo dalla prima lettura di oggi. Quando la Parola di Gesù si fa più esigente, può capitare che ci difendiamo di più. Ma metterla da parte sarebbe come “andarcene anche noi”. Invece, senza paura, lasciamo che la Parola ci scomodi, che interroghi la nostra coscienza, le scelte, la vita! Ci farà bene ripetere spesso le parole di Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna!».
“Le tue parole, Signore, sono spirito e vita; tu hai parole di vita eterna”.
Dalla Lettera ai Fedeli [FF 206]
Io frate Francesco, il minore de vostri servi, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e col desiderio di baciare i vostri piedi, che queste e le altre parole del Signore nostro Gesù Cristo con umiltà e amore le dobbiate accogliere e mettere in opera e osservare. E coloro che non sanno leggere, se le facciano leggere spesso, e le tengano presso di sé, mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita.
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