Sii laborioso
Venerdì III Settimana di Pasqua
Col 3, 14-15.17.23-24 Sal 89 Mt 13,54-58
San Giuseppe lavoratore, memoria facoltativa
Il Signore Gesù si è incarnato per dare testimonianza alla verità e per servire, e non per cercare il consenso degli uomini. Ci insegna a porre lo sguardo sulla Beatitudine eterna che ci attende, e ad operare con generosità e fiducia per il Regno di Dio, al di là del riconoscimento che ci verrà restituito.
“Qualunque cosa facciate, fatela di buon animo, come per il Signore e non per gli uomini” (Col 3,23). San Giuseppe, uomo laborioso e giusto, è testimone di questo modo di operare. Ci insegna che l’attività umana è una benedizione, è il mezzo che permette alla Grazia di entrare nella quotidianità e di santificarla. Bello per Gesù essere riconosciuto come il figlio del falegname, di un uomo semplice che si dà da fare nelle cose della terra, ma che sa anche ascoltare e mettere in pratica le cose di Dio. Ma, forse, gli abitanti di Nazareth non l’avevano ancora capito!
San Giuseppe, scelto dal Padre per collaborare all’opera della salvezza, insegnaci la docilità e l’umiltà nel nostro operare per poter essere segno quotidiano della premura del Padre.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF 389]
Di giorno, quelli che ne erano capaci, si impegnavano in lavori manuali, o nei ricoveri dei lebbrosi o in altri luoghi, servendo a tutti con umiltà e devozione. Non volevano esercitare nessun lavoro che potesse dar adito a scandalo, ma sempre si occupavano di cose sante e giuste, oneste e utili, dando esempio di umiltà e di pazienza a tutti coloro con i quali si trovavano.
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