Amore fuori dal comune
Sabato I Settimana di Quaresima
Dt 26, 16-19 Sal 118 Mt 5,43-48
Il Signore, per bocca di Mosè, ci promette che farà di noi il suo popolo particolare. Un’elezione che è anche una promessa e una chiamata alla missione. Nel Vangelo, Gesù ci chiede un amore fuori dal comune. Ci fa riflettere sui sentimenti naturali che spesso aspettano un contraccambio. Ci mette in guardia dalle relazioni facili, dagli affetti corrisposti che ci danno sicurezza. Facile è amare chi ci ama, facile è dare il saluto ai fratelli. Ma Gesù non ci chiede un amore facile. Ci chiede un amore vero, libero, capace di fare il primo passo. Ci domanda di investire tanto sull’amore, anzi tutto. Investire tutto il cuore e tutta l’anima. Allora essere il popolo particolare del Signore non è un privilegio riservato ai bravi e ai pochi eletti. Ma è una promessa di amore e di gioia che il Signore assicura a coloro che si fidano di Lui. Chi l’accoglie, è pronto a perdere la vita, perché sa che solo così la ritrova pienamente.
“Voglio osservare i tuoi decreti; non abbandonarmi mai.”
Dalle Ammonizioni [FF 154]
Infatti se tu fossi tanto sottile e sapiente da possedere tutta la scienza e da saper interpretare tutte le lingue e acutamente perscrutare le cose celesti, in tutto questo non potesti gloriarti (…) E se anche tu fossi il più bello e il più ricco di tutti, e se tu operassi cose mirabili, come scacciare i demoni, tutte queste cose ti sono di ostacolo e non sono di tua pertinenza, ed in esse non ti puoi gloriare per niente; ma in questo possiamo gloriarci, nelle nostre infermità e nel portare sulle spalle ogni giorno la santa croce del Signore nostro Gesù Cristo.
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