Restare con lo sposo
Venerdì dopo le Ceneri
Is 58,1-9 Sal 50 Mt 9,14-15
Il digiuno è segno di una mancanza, ci vuole ricordare che manca l’essenziale della vita: la presenza di Dio.
I discepoli di Giovanni chiedono a Gesù del perché i suoi discepoli non praticano il digiuno. Gesù risponde proprio rimandando all’immagine del cibo: il cristiano infatti non mangia in un modo qualunque. Il cristiano è invitato a nozze, ha come compagno di banchetto lo sposo, Gesù. È un banchetto nel quale possiamo vivere ora la pienezza di amore tra noi e il Signore. Per vivere in pienezza l’esperienza del banchetto nuziale, ci viene chiesto di mettere in gioco il dono della fede. Siamo chiamati a puntare gli occhi sul presente, dove il Signore si rivela, così da poterne fare esperienza. Sappiamo bene, tuttavia, che c’è un venerdì santo da portare, cioè l’esperienza dell’assenza. Ma il Signore ci insegni a cogliere la profondità del banchetto nuziale come lo descrive Isaia. Non è solo simpatica convivialità, ma luogo in cui, accogliendo gli altri, si guariscono le nostre ferite. Qui si trova il Signore!
Signore, donaci il cibo che non perisce.
Dalle Lettere di S. Chiara alla Beata Agnese di Praga [FF 2897]
Siccome non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito, anzi siamo piuttosto fragili e inclini ad ogni debolezza corporale, ti prego e ti supplico nel Signore, o carissima, di moderarti con saggia discrezione nell’austerità, quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata, affinché, vivendo, la tua vita sia lode del Signore, e tu renda al Signore, un culto spirituale ed il tuo sacrificio sia sempre condito col sale della prudenza.
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