Ritornerò
Mercoledì delle Ceneri
Gl 2,12-18 Sal 50 2Cor 5,20-6,2 Mt 6,1-6.16-18
Il profeta Gioele si fa voce di Dio: “Ritornate a me!”. Ritornare da dove? Da una religiosità lontana dal cuore di Dio, che è solo espressione di orgoglio ed egoismo. Il Vangelo sembra descrivere molto bene questi “luoghi” di lontananza. Il primo luogo è quello della falsa elemosina: gesti di carità compiuti suonando la tromba, per farsi “grandi” agli occhi degli altri. Il secondo luogo è quello della falsa preghiera: ostentazione di una religiosità che è solo esteriore. Il cuore in realtà non cerca l’amore segreto del Padre, ma solo l’ammirazione degli altri. Il terzo luogo è il falso digiuno, a volte esibito per orgoglio o per vanagloria. Una tale offerta rimane triste e senza amore, quindi senza gioia.
Guardare con onestà a questi luoghi tristi del cuore, non ci scoraggi. Tutt’altro! Accresca invece in noi il desiderio sincero di essere sempre vigilanti, per ritornare a Dio con tutto il cuore.
Padre buono, tu “dimentichi i peccati di quanti si convertono, perché sei il Signore nostro Dio”.
Dalla Legenda dei tre Compagni [FF 1417]
In digiuno e pianto, supplicava con insistenza il Signore. Diffidava delle sue virtù e risorse, abbandonando ogni sua speranza in Dio, il quale, in quel periodo ch’era come sepolto vivo, lo ricolmava di ineffabile gioia e lo illuminava con luci stupende. Finché un giorno, infuocato di entusiasmo, lasciò la caverna e si mise in cammino verso Assisi, vivace, lesto e gaio. Armato di fiducia in Cristo e acceso di amore celeste, rinfacciava a sé stesso la codardia e la vana trepidazione, e con audacia decise di esporsi alle mani e ai colpi dei persecutori.
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