Lasciarsi guarire
Lunedì IV Settimana del Tempo Ordinario
2Sam 15,13-14.30; 16,5-13 Sal 3 Mc 5,1-20
L’indemoniato geraseno ci mostra cosa accade all’uomo che segue il male: dimora in mezzo alle tombe; vive in un perenne stato di confusione dove il giorno è come la notte; soffre per un dolore che lui stesso si procura; vive separato da sé stesso e dagli altri. In una parola, si allontana sempre più dalla sua umanità! Gesù va incontro a quest’uomo perso, e tutto ritrova ordine: l’uomo indomabile diviene un uomo in ginocchio, le grida si trasformano in preghiera, il male lascia spazio al bene. Non è facile questo passaggio, e non è indolore. Il vangelo ci parla di una mandria di ben duemila porci che si perde nel mare, e della paura di chi ormai era abituato alla vita vecchia, e non vuole accettare la novità.
Gesù viene a mostrarci e farci dono della vera umanità, e chiede a noi il coraggio di cambiare, di lasciarci guarire, e di perdere qualcosa per avere in cambio un di più di vita, di bene, di gioia.
Tu sei mio scudo, o Signore, sei la mia gloria e tieni alta la mia testa.
Dalla Regola non bollata [FF 59]
E guardiamoci bene dalla malizia e dall’astuzia di Satana, il quale vuole che l’uomo non abbia la sua mente e il cuore rivolti a Dio; e, circuendo il cuore dell’uomo con il pretesto di una ricompensa o di un aiuto, mira a togliere e a soffocare la parola e i precetti del Signore dalla memoria, e vuole, attraverso gli affari e le preoccupazioni di questo mondo, accecare il cuore dell’uomo e abitarvi.
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