Il sale e gli avvoltoi dei rimpianti (Lc 17, 26-37)
Business as usual. Impegnati, appunto, nei soliti affari, arriva il diluvio e solo il folle Noè si salva. Oppure: piove fuoco e zolfo dal cielo e solo Lot lascia Sodoma per scampare. La moglie tuttavia si volge indietro nostalgica. Non sa staccarsi da quella che è stata la sua vita e diventa di sale. Perde la sua vita perché ha voluto salvarne la versione precedente. La novità di Dio l’ha spaventata. A morte.
Nel Sacrum Commercium Madonna povertà parla a Francesco e ai suoi frati del progresso e del regresso nella vita religiosa proprio riferendosi all’episodio della moglie di Lot: «Ecco, fratelli, ho raccontato a voi una lunga storia, affinché i vostri occhi precedano i vostri passi e possiate vedere che cosa dovete fare. E’ molto pericoloso guardare indietro e prendersi gioco di Dio. Ricordatevi della moglie di Lot e non prestate fede a ogni ispirazione. Tuttavia confido in voi, carissimi, perché in voi più che in altri scorgo cose migliori e che avvicinano alla salvezza, e appare con evidenza che voi avete gettato via decisamente ogni cosa e vi siete liberati totalmente di ogni peso.» (FF 2012).
Gesù usa un’altra metafora forte: «Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi». E’ la fatica di uscire dalle nostre sicurezze che alla fine ci toglie vita. Sembra che rinunciarvi sia morire, quando è vero esattamente il contrario. Possiamo scoprire di poter vivere anche meglio. Liberi per qualcosa di ancora inedito. Einstein affermava che è indice di follia pretendere risultati diversi facendo le stesse cose di sempre.
Dove mi vorrebbe portare la novità di Dio? Quali rimpianti frenano novità di vita più piena?
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