Affinità di pensiero
Martedì, feria propria del 7 gennaio
1Gv 3,22-4,6 Sal 2 Mt 4,12-17.23-25
San Giovanni scrive che qualunque cosa chiediamo la riceviamo. Anche nel suo Vangelo ascoltiamo: “se rimanete in me e io in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato” (Gv 15,7). La ragione per cui veniamo esauditi è l’osservanza dei comandamenti, scrive san Giovanni nella sua lettera. Ma come frutto della comunione con Cristo e l’accoglienza della sua parola. Il fondamento della certezza sta nella comunione con Gesù: un dono prima ricevuto e solo poi corrisposto. Nella comunione si crea un’affinità di pensiero e di desiderio. Chi è in comunione con Dio gli chiede ciò che gli è gradito, nient’altro.
Nella comunione abbiamo anche la luce dello Spirito che ci permette di discernere il meglio, la verità per il Regno: ovvero in cosa dobbiamo convertirci perché i nostri pensieri e i nostri sentimenti siano affini a quelli di Gesù.
Donaci, o Padre, la perseveranza della preghiera, sia nei momenti di luce sia nelle tenebre, perché tu possa donarci il tuo pensiero.
Dalla Lettera a tutti i fedeli [FF 206]
Io, frate Francesco, il più piccolo servo vostro, vi prego e vi scongiuro, nella carità che è Dio, e con il desiderio di baciarvi i piedi, che queste parole e le altre del Signore nostro Gesù Cristo, con umiltà e amore le dobbiate accogliere e attuare e osservare. E coloro che non sanno leggere se le facciano leggere spesso, e le imparino a memoria, mettendole in pratica santamente sino alla fine, perché sono spirito e vita. E tutti quelli e quelle che con benevolenza […] in esse persevereranno fino alla fine, li benedica il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Amen.
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