Chiarezza della meta
Mercoledì XXXIV Settimana del Tempo ordinario
Dn 5,1-6.13-14.16-17.23-28 Dn 3,62-67 Lc 21,12-19
Gli dèi a cui si affida il re Baldassàr non vedono, non odono e non comprendono. Il profeta Daniele invece vede e comprende i segni che si manifestano nel palazzo del re. Sa interpretare con chiarezza la scrittura della mano misteriosa, perché conosce la mano di Dio. Quella mano dov’è riposta la vita di ogni uomo e a cui appartengono tutte le sue vie (cfr. Dn 5,23). Daniele ha la chiarezza di chi pone il Signore come meta della sua vita. Sono chiari per lui i segni del cielo, perché ha chiaro in chi ha posto la sua fiducia. Anche dal Vangelo ci viene donata una luce consolante, che splende proprio in mezzo alle prove della vita. Ci viene detto quale sarà la sorgente della nostra forza: avremo parola e sapienza se la nostra meta sarà il Signore, se ci affideremo con fiducia alla sua mano potente. Quando è chiara la meta, abbiamo il coraggio di affrontare anche le avversità. Conoscere e seguire con perseveranza la meta, infatti, ci fa fortissimi.
Signore, donaci di essere liberi e perseveranti nel tuo volere.
Dalla seconda Lettera di Chiara ad Agnese [FF 2875]
Memore del tuo proposito, come una seconda Rachele, sempre vedendo il tuo principio, ciò che hai ottenuto, tienilo stretto, ciò che stai facendo, fallo e non lasciarlo. Ma con corsa veloce, passo leggero e senza inciampi ai piedi, così che i tuoi passi non raccolgano nemmeno la polvere, sicura, gioiosa e alacre avanza cautamente sul sentiero della beatitudine.
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