Lo Spirito trasforma
Martedì XXX Settimana del Tempo ordinario
Rm 8,18-25 Sal 125 Lc 13,18-21
Il lievito non rimane lievito, il seme non rimane seme. Entrambi muoiono e, morendo, si trasformano in buon pane e in albero ospitale. Questo è l’unico cammino possibile per la nostra libertà di figli di Dio. Gesù ce lo ha sempre detto: trova la vita chi la perde. Ci attrae, vogliamo vivere da figli di Dio, crediamo che il regno lo costruiamo insieme perdendo la vita reciprocamente. Eppure quante volte constatiamo nelle piccole scelte di ogni giorno che spegniamo questa motivazione per lasciare lo spazio più grande alle nostre attese egoistiche, alle nostre pigrizie, ai nostri giudizi. E poi ci ritroviamo più miseri di prima, perché più schiavi delle nostre piccolezze. Ne soffre la libertà che ci dovrebbe caratterizzare come figli di Dio. Perdere la vita è un cammino, un processo costante di “ardente aspettativa della gloria dei figli”. Come fare per rimanere in questo “cammino” di trasformazione come il lievito e il seme? San Paolo stesso suggerisce, in qualche versetto precedente alla lettura di oggi, che “coloro che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio” (Rm 8,14). Se vogliamo, allora, abbiamo questo dono meraviglioso: possiamo chiedere la grazia della docilità allo Spirito Santo, che ci trasforma e ci dà vita, ci rimette in cammino quando lo perdiamo.
Donaci, o Padre, il tuo Spirito di forza e di umiltà.
Dalla seconda Celano [FF 779]
Presso Dio – diceva – non vi è preferenza di persone, e lo Spirito Santo, ministro generale dell’Ordine, si posa egualmente sul povero ed il semplice.
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