Signore, aprici!
Mercoledì XXX Settimana del Tempo ordinario
Rm 8,26-30 Sal 12 Lc 13,22-30
La salvezza è un dono gratuito, immeritato. Lo riceviamo dalla bontà di Dio, per mezzo del Figlio Gesù che dà la vita per noi. Ma l’orgoglio, di tanto in tanto, ci induce a credere di essere migliori di altri. Di poter meritare, perfino, pretendere questa salvezza… Se pensiamo questo, dice oggi Gesù, la porta del cielo è stretta. Anzi, è chiusa: “Signore aprici!”. Al contrario, attraverso una coscienza pura, sotto la guida dello Spirito che è verità, non possiamo che arrenderci all’evidenza che siamo poveri! Questo ci aiuta ad accogliere con carità anche le fragilità degli altri. Chiediamo sinceramente a Dio la sua misericordia, sapendo di averne bisogno come l’aria che respiriamo. Ecco che la sua salvezza ci raggiunge, la porta si spalanca. Così come si spalanca la vita, la speranza, la fraternità. Sforzatevi: qual è allora lo sforzo? È persistere ogni giorno nella certezza che il Padre mi attende e mi ama, immeritatamente. È demolire con decisione ogni egoismo, ogni illusione di merito, ogni pretesa di essere migliore dei fratelli.
Guarda, Signore mio Dio, e conserva la luce ai miei occhi, perché non mi sorprenda il sonno della morte.
Dalle Testimonianze di Angelo Clareno [FF 2706/3]
“È necessario –diceva il beato Francesco- che ogni discepolo di Cristo rimiri Cristo e la sua croce, e sia corroborato nello spirito correndo dietro di lui attraverso la porta stretta e l’angusta via, e diventi non solo distaccato dall’amore e dal possesso di tutte le cose che sono sotto il cielo, ma perfettamente dimentico di esse”.
Lascia un commento
Devi eseguire il login per commentare.