Anime Digitali
Pare una provocazione digital-filosofica. Invece è un modo di aprire questo nuovo blog di riflessioni bibliche, francescane, esistenziali. In questi post parleremo di noi, anime tutte incarnate e immerse in questa storia, nella prospettiva evangelica suggerita e vissuta da Francesco d’Assisi.
La provocazione parte da un articolo di Gian Antonio Stella sul Corriere del 9 ottobre 2014.
Il giornalista intervista Federico Faggin, famoso per essere il padre del microprocessore e impegnato per anni a costruire un computer che imparasse da solo. Sfida interessante e impossibile. Chiusa perché la consapevolezza sembra essere un fenomeno primario, irriducibile, non meccanizzabile. Cattiva notizia? No, per Faggin tale stop tecnologico ha evidenziato quanta profondità sta nell’essere umano.
Nell’uomo non tutto è macchina. Pensarlo macchina è sminuirlo, svalutarlo, ridurlo a un «nient’altro che» fatto di bit. Come vorrebbe invece fare Ray Kurzwail, un softwarista sostenitore del transumanesimo, prospettiva grazie alla quale vivremmo per sempre una volta che riusciremmo – a suo parere entro il 2045 – a trasferire la nostra consapevolezza in un computer. Affidare l’anima a un macchina, insomma, e così vivere per sempre, in un aldilà digitale. Per Faggin le macchine dovrebbero invece stare al loro posto: aiutarci ad avere una vita più facile e più tempo libero, più spazio per noi. Più spazio per l’anima.
Questo è un blog per anime incarnate. Per facilitare loro la vita, dentro e fuori rete; per arricchirle; perché la loro vita sia piena e abbondante, secondo la promessa del Vangelo che è Gesù stesso. Accettansi provocazioni e suggerimenti.
P. Paolo Floretta
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