Chi accoglie è il più grande
Lunedì XXVI Settimana del Tempo ordinario
Zc 8,1-8 Sal 101 Lc 9,46-50
San Girolamo, sacerdote e dottore della Chiesa, Memoria
I discepoli si chiedono chi fra loro sia più grande. È la competizione, figlia della superbia e dell’invidia, che accompagna l’uomo fin dalle sue origini. Essa spinge a vedere l’altro come un ostacolo, un nemico da scavalcare invece che un fratello. E Gesù insegna ai discepoli, come anche a noi oggi, che il segreto della vera grandezza non è “essere di più” dell’altro. Ma essere capace di accogliere l’altro. Chi accoglie anche un solo bambino, accoglie Gesù, e chi accoglie Gesù accoglie Dio stesso. Questa – ci dice il Signore – è la vera grandezza dell’uomo: l’essere capace di Dio, avere la possibilità di accompagnarlo dentro di sé attraverso l’amore al prossimo. E questo è possibile solo a chi si riconosce e si fa piccolo. Solo chi non è pieno di sé può accogliere l’altro, solo chi è piccolo sa lasciare spazio a chi è grande. Così, solo chi è umile sa riconoscere nell’altro le ricchezze e non le mancanze, i motivi che lo rendono “uno di noi” piuttosto che estraneo e nemico.
Donaci Signore un cuore semplice, che tema il tuo nome.
Dalla Terza Lettera di Santa Chiara ad Agnese di Boemia [FF 2892]
È ormai chiaro che l’anima dell’uomo fedele, che è la più degna di tutte le creature, è resa dalla grazia di Dio più grande del cielo. Mentre, infatti, i cieli con tutte le altre cose create non possono contenere il Creatore, l’anima fedele invece, ed essa sola, è sua dimora e soggiorno, e ciò soltanto a motivo della carità, di cui gli empi sono privi.
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