Mt 23,23-26

L’amorevolezza ha delle regole?

L’amorevolezza ha delle regole?

Martedì XXI settimana del Tempo Ordinario
1Ts 2,1-8   Sal 138   Mt 23,23-26
Santa Monica, memoria

Continuiamo la lettura del capitolo 23 di Matteo con un nuovo guai circa l’ipocrisia. Questa si esprime in un legalismo molto devoto nell’osservare tanti rituali dettagliati. Ma poi dimentica le cose essenziali: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Guai se dimentichi l’altro che, con le sue domande e i suoi tempi, attende da te l’annuncio del Vangelo. La beatitudine sta proprio nell’essere “come una madre”, dice san Paolo: la priorità è la cura dei propri figli che, pur conoscendo delle regole, lascia il primo posto alla persona cara. Non c’è avidità, non c’è intemperanza: l’altro viene sempre prima dei propri interessi e vantaggi. Allora riconosciamo, assieme a Santa Monica, che “piacere a Dio” è la regola dell’amore. Abbiamo consapevolezza di non essere perfetti, ma, con la dolcezza del perdono ricevuto, possiamo continuare il cammino con gioia.

O Padre, donaci di desiderare sempre di essere graditi a Te solo nell’amore coerente e concreto a ciascuno.

Dalla Vita seconda di Tommaso da Celano [FF 714]
Un inverno, il Santo aveva il povero corpo coperto di una sola tonaca, rafforzata con pezze molto grossolane. Il guardiano, che era anche suo compagno, comprò una pelle di volpe e gliela portò dicendo: «Padre, tu Fratello Francesco soffri di milza e di stomaco: prego la tua carità nel Signore di permettere di cucire all’interno della tonaca questa pelle. Se non la vuoi tutta, almeno accettane una parte in corrispondenza dello stomaco». Francesco rispose: «Se vuoi che porti sotto la tonaca questa pelliccia, fammene porre un’altra della stessa misura all’esterno. Cucita al di fuori sarà indizio della pelle nascosta sotto». Il frate ascoltò, ma non era del parere, insistette, ma non ottenne di più. Alla fine il guardiano si arrese, e fece cucire una pelliccia sull’altra, perché Francesco non apparisse di fuori diverso da quello che era dentro. O esempio di coerenza, identico nella vita e nelle parole! Lo stesso dentro e fuori, da suddito e da superiore! Tu non desideravi alcuna gloria né esterna né privata, perché ti gloriavi solamente del Signore.

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ARTICOLO DI: Comunità francescana delle sorelle

“Siamo sorelle francescane... Sorelle perché condividiamo la gioia della consacrazione totale della nostra vita a Dio, vivendo insieme in comunità. Nell'apostolato e nella laicità della vita ordinaria, desideriamo essere sorelle di tutti testimoniando e aiutando a conoscere la consolazione di Dio per ciascuno. Francescane perché ci piace e cerchiamo di imitare il modo semplice e radicale di seguire il Signore Gesù che San Francesco e Santa Chiara ci hanno indicato. "Pane e Parola" è una preghiera che abbiamo scelto di vivere accanto alle lodi mattutine. Il Vangelo del giorno, pregato e meditato comunitariamente davanti a Gesù Eucaristia, è per noi il mandato quotidiano che ci incoraggia e sostiene nel vivere la nostra vocazione. Nello spirito di comunione e collaborazione con i frati, accogliamo volentieri l'invito a condividere il testo che prepariamo ogni giorno per questa preghiera. www.comunitasorelle.org”

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