Prediche sui tetti
Sabato XIV Settimana del Tempo Ordinario
Gen 49,29-33;50, 15-26a Sal 104 Mt 10,24-33
Oggi il Maestro Gesù ci esorta al coraggio, ci invita alla coerenza, pronti sempre a rispondere a chiunque ci domandi ragione della speranza che è in noi (1Pt 3,15). Potremmo vivere da cristiani silenziosi, timidi e paurosi. Paura del confronto che ci scomoda e ci chiama in causa. Paura delle provocazioni che ci costringono alla coerenza. Paura della derisione che umilia. Paura del giudizio che svaluta ed emargina. Potremo nasconderci, vivere come credenti anonimi. Molti lo fanno. L’uomo però è una creatura inscindibile. Il nostro essere figli del Padre, amati e chiamati, riguarda non solo la mente e lo spirito. Ma investe anche il nostro corpo, le nostre piccole scelte, le nostre abitudini quotidiane, le parole, l’uso del tempo. Perché tutta la nostra vita deve poter essere segno e memoria di Gesù. Un discepolo deve “sapere” di Vangelo. Se questo ci fa paura… abbandoniamoci con fiducia alla potenza di Dio. E scopriremo che è Lui a darci la forza.
Tu solo, Signore, puoi custodirci e renderci testimoni forti e coerenti. Perché noi, per Te, valiamo più di molti passeri.
Dalla Leggenda minore di San Bonaventura [FF 1212]
Quello che esigeva dagli altri con le parole, lo aveva preteso prima da sé stesso con le opere; perciò non temeva censori e predicava la verità con estremo coraggio. Sapeva non lusingare le colpe, ma sferzarle; non blandire la condotta dei peccatori, ma abbatterla con dure rampogne. Con pari fermezza di spirito parlava ai piccoli e ai grandi, e provava uguale gioia nel parlare a pochi e a molti. Gente di ogni età e d’ogni sesso correva a vedere e ad ascoltare quell’uomo nuovo, donato dal cielo al mondo.
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