L’Albero fecondo e glorioso
Mercoledì XII Settimana del Tempo Ordinario
Gen 15,1-12.17-18 Sal 104 Mt 7,15-20
“Conta le stelle…tale sarà la tua discendenza!”. E Dio sempre mantiene e realizza ciò che promette. Abram infatti vedrà la sua numerosa discendenza.
Il falso profeta non è colui che annuncia cose false. È colui che annuncia e promette cose vere, ma non le porta a compimento. Dice, ma non fa, produce frutti cattivi. L’albero è in sé una promessa di fecondità e di abbondanza. Anche noi siamo come alberi, portiamo scolpito in noi una promessa di vita e di bene. A volte produciamo frutti buoni, a volte cattivi. Non sempre doniamo ciò che Dio si aspetta, non sempre realizziamo quella promessa di vita che è in noi. Cristo è l’unico albero buono che non delude, che dona al mondo solo frutti buoni di misericordia, di verità e di vita. Solo se rimaniamo innestati in Lui, noi produciamo i nostri buoni frutti, quelli che il Signore stesso ci lascia oggi desiderare e intravedere.
Signore Gesù, l’albero della tua croce, dono di amore, vittoria sul male e sulla morte, ha prodotto per noi frutti di salvezza eterna.
Dalla Vita prima di Tommaso da Celano [FF494]
Quando infatti l’Ordine e religione dei frati incominciava, sostenuto dalla grazia di Dio, a dilatarsi, a innalzare nel cielo, come cedro del Signore, la cima dei suoi meriti, e ad estendere, come vigna eletta, i suoi santi tralci su tutta la terra, il beato Francesco si recò da papa Onorio III, capo della Chiesa romana in quegli anni, supplicandolo umilmente di concedere a lui e ai suoi frati in qualità di padre e signore, Ugolino, vescovo di Ostia.
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