Sempre di più
Venerdì VII Settimana di Pasqua
At 25,13-21 Sal 102 Gv 21, 15-19
Gesù, per far capire la profondità e l’infinità del Suo amore, usa la proporzione tra la serietà del peccato dell’uomo e la grandezza della misericordia. E alla fine pone la domanda: “Chi amerà, chi avrà amato di più?” … e la risposta: “colui al quale è stato perdonato di più!”. Il di più lo colgo se sperimento che l’altro mi ama gratuitamente, anche dove io non mi amo, anche nel mio peccato, nel mio fallimento. Quando vivo questo tipo di amore, allora posso amare me stesso e amare sempre di più. Anche Pietro vive una storia di peccato quando rinnega il Signore, ma è un’esperienza che diviene il fondamento del suo amare di più e per questo sarà scelto come il pastore per eccellenza! L’amore non è un merito da conquistare, ma un dono da accogliere. Spesso queste parole risuonano in noi come belle e dall’alto ideale, ma poi fatichiamo a crederci. Abbiamo bisogno di sperimentare l’amore gratuito per sentirci veramente amati e non giudicati.
Alla domanda insistente di Gesù, Pietro per prima cosa si definisce amico, come colui che è capace di una relazione affettuosa. Gesù continua a domandare amore perché desidera che Pietro si senta lui prima di tutto profondamente amato e possa accogliere nella libertà il mandato di pastore, per essere dono totale per la Chiesa.
Signore Gesù, aiutaci a fidarci sempre più di Te, perché sappiamo che quando ci chiedi insistentemente di amarti, è per crescere nella nostra vocazione!
Dalla Leggenda Maggiore di San Bonaventura [FF 1161]
Chi potrebbe descrivere degnamente il fervore di carità, che infiammava Francesco, amico dello sposo? Poiché egli, come un carbone ardente, pareva tutto divorato dalla fiamma dell’amor divino. Al sentir nominare l’amor del Signore, subito si sentiva stimolato, colpito, infiammato: quel nome era per lui come un plettro, che gli faceva vibrare l’intimo del cuore.
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