Gioia piena
Sabato VI Settimana di Pasqua
At 18,23-28 Sal 46 Gv 16,23-28
San Giustino, martire
Cos’è che rende perfetta la nostra gioia? Saperci amati dal Padre e vivere con il Figlio suo una relazione personale e sincera. Ecco, Lui stesso ci assicura che riceveremo ciò che il nostro cuore davvero desidera. Non tutto ciò che chiediamo, ma tutto ciò che chiediamo nel suo nome. “Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena”. Riceviamo tutto ciò che ci aiuta a costruire in noi una stabile dimora della sua presenza. Chiedere nel suo nome non è semplicemente una nuova formula di preghiera, ma caratterizza il legame tra noi e Gesù. Lui non pone tanto l’accento su cosa chiedere. Piuttosto sul come e il perché, cioè sulla relazione che c’è tra Lui e noi. Ecco perché questo chiedere diventa motivo di una gioia vera, piena, infinita. Dice Sant’Agostino che “la misericordia di Dio non priverà i suoi eletti che sono perseveranti nel chiedere questo bene”.
Padre nostro, nel nome del tuo Figlio Gesù, rivelaci sempre più il tuo volto di amore.
Dalla Terza Lettera di Santa Chiara ad Agnese [FF 2887]
«Chi potrebbe, dunque, impedirmi di rallegrarmi per sì mirabili motivi di gaudio? Gioisci, perciò, anche tu nel Signore sempre, o carissima. Non permettere che nessun’ombra di mestizia avvolga il tuo cuore, o signora in Cristo dilettissima, gioia degli Angeli e corona delle tue sorelle».
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