Dove vai?
Martedì VI Settimana di Pasqua
At 16,22-34 Sal 137 Gv 16,5-11
Gesù ha detto a suoi che la vita nel mondo sarà una lotta e, al pensiero che non avranno più la consolazione di vedere i suoi occhi e ascoltare la sua parola, si rattristano. Li capiamo… sono confusi, impauriti. E non è solo una questione affettiva verso il loro Maestro. È anche una paura missionaria: riusciremo ad annunciare la buona novella? La loro tristezza, dice Gesù, li ammutolisce e non gli permette di chiedere neppure “dove vai?”. In realtà Pietro (Gv 13,36) e Tommaso (Gv 14,5) lo avevano chiesto in precedenza. Gli esegeti discutono se questo sia segno che il discorso di addio di Gesù nel vangelo di Giovanni abbia più mani oppure se ormai i discepoli non lo chiedano più. Forse perché capiscono che non capiscono tutto, e stanno ancora cercando di penetrare il significato delle parole che Gesù ha già detto. Il dono dello Spirito è allora davvero la consolazione attesa, compresa solo nel tempo, che darà la certezza che Gesù è la luce che vince il buio delle piccole o grandi situazioni di vita.
Vieni Santo Spirito, ti attendiamo con desiderio. Vieni a dare voce e illuminare le nostre mute domande.
Dal Testamento [FF 116]
E dopo che il Signore mi dette dei fratelli, nessuno mi mostrava che cosa dovessi fare, ma lo stesso Altissimo mi rivelò che dovevo vivere secondo la forma del santo Vangelo.
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