Benefiche potature
Mercoledì V Settimana di Pasqua
At 15,1-6 Sal 121 Gv 15,1-8
Santa Rita da Cascia, Memoria
Nella vigna, i tralci secchi che non portano frutto, durante l’inverno vengono eliminati. In primavera, il tralcio che produce i nuovi getti viene liberato dai rami di troppo. In ogni stagione ci sono le necessarie potature. Per l’agricoltore questo non è una semplice e sbrigativa pulizia. Ma è un lavoro accurato e sapiente, perché la vigna sia coltivata bene e cresca sempre più feconda. Questo è il lavoro del Padre, l’agricoltore accurato e sapiente che desidera trarre dalla sua vigna tutto il frutto possibile. Noi potremmo dire: tutta la vita possibile, tutta la gioia possibile, tutto l’amore possibile, tutto il bene possibile. Ogni potatura apparentemente sembra una perdita. Così come ogni croce non sembra altro che perdita e morte.
Rimaniamo ben innestati nella vera vite. In Cristo Gesù che muore e risorge, certamente chi perde la propria vita, la trova (cfr. Mt 16,25), e rinasce, e cresce, sempre più fecondo!
Se rimaniamo in Te, Signore, anche se il frutto non c’è ancora …già lo vediamo!
Dal Libro delle Cronache di Angelo Clareno [FF 2125]
Gesù Cristo disse [a Francesco, n.d.r.]: «Io chiesi al Padre mio che in quest’ultima ora mi desse un popolo poverello, umile, mite e mansueto, in tutto simile a me nella povertà e umiltà, contento solo di me; che io potessi dimorare e riposare in esso, come dimora e riposa in me il Padre mio, ed esso riposasse e rimanesse in me, come io rimango nel Padre e riposo nel suo Spirito. Il Padre mio mi ha dato te e quanti per mezzo tuo aderiranno a me con tutto il cuore, con fede non falsa e carità perfetta. Io li guiderò e li pascerò; saranno figli per me, e io sarò per loro un padre».
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