Domenica 7 aprile 2019, V DI QUARESIMA
Dal Vangelo
Giovanni 8,1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».
Dalle Fonti
Leggenda dei tre compagni 53: FF 1462
Una notte, prima che ottenesse dal Papa quanto abbiamo detto, mentre dormiva, parve a Francesco di essere in cammino lungo una strada, ai bordi della quale sorgeva un albero di grandiose dimensioni, bello, forte e vigoroso. Si avvicinò ad esso per meglio mirarne la maestosa bellezza. D’improvviso il Santo si sentì divenuto così alto, da poter toccare la cima dell’albero, riuscendo con estrema facilità a piegarlo fino a terra. E accadde proprio così, quando Innocenzo III. L’albero più elevato, bello e forte che sorgesse al mondo, si inclinò con tanta spontanea benevolenza alla domanda e alla volontà di Francesco.
Alla vita
L’assunzione del proprio desiderio più profondo passa attraverso il riconoscimento del proprio limite, luogo privilegiato e sede della nostra essenza. Gli scribi e i farisei sono ciechi a riguardo. Non vedono il proprio limite, lo proiettano all’esterno sull’adultera, puntandole il dito e su Gesù, mettendolo alla prova. L’adultera, spinta dal proprio limite-desiderio, cerca in relazioni occasionali quanto le manca. Trova, da un lato, l’umiliazione dai farisei, dall’altro, lo sguardo amorevole e accogliente di Gesù. Il comportamento di Gesù è potenzialmente redentivo per entrambi: “Chi è senza peccato scagli per primo la pietra!”. Il Maestro riporta ciascuno dei presenti, compresi i farisei, a guardare all’interno, dentro di sé, perché è lì la sede della verità. All’adultera, già conscia del proprio limite, permette di redimersi: “neppure io ti condanno!”. Una volta riconosciuto, il limite può essere accolto e amato. San Francesco ha trasformato il proprio limite in desiderio, relazione dialettica d’amore tra lui e Cristo Crocifisso!
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